Colloquio con la dottoressa Anna Campobasso, specialista in Ostetricia e Ginecologia del poliambulatorio dell'Istituto Calabrese di Lecce: "È una fase fisiologica nella vita di ogni donna che può comportare cambiamenti nel fisico e nell'umore e che va affrontata senza paure".
LECCE – "La menopausa (cessazione definitiva del periodo riproduttivo e delle mestruazioni) è una fase fisiologica nella vita di ogni donna che può comportare cambiamenti fisici ed emotivi, ma va affrontata e vissuta in maniera consapevole e serena, avendo come punto di riferimento il ginecologo".
La dottoressa Anna Campobasso, specialista in Ostetricia e Ginecologia del poliambulatorio dell'Istituto Calabrese di Lecce, si occupa della linea ginecologica completa che affronta tutte le patologie ginecologiche (attraverso esami clinici, ecografici, colposcopie, biopsie e piccoli interventi ambulatoriali ecc.).
Per oltre 30 anni ha lavorato presso l'Unità Operativa di Ostetricia e Ginecologia del presidio ospedaliero Vito Fazzi del capoluogo salentino.
Ha vissuto e lavorato con le donne e per le donne, occupandosi di vari settori fra cui molto di menopausa, argomento tabù per più di qualcuna, rimasta impigliata in un retaggio culturale che certamente non giova a nessuno. Perché la menopausa è una tappa naturale che scandisce la vita di ognuna, sia pure con sfumature differenti di cui non bisogna avere paura o vergogna.
"Con il termine menopausa si fa riferimento alla cessazione, in via definitiva, dell'attività ovarica. Si verifica, quindi, la cessazione delle mestruazioni".
"La sintomatologia può variare da donna a donna ma, in linea generale, si avvertono vampate di calore, instabilità umorale, stati di ansia, tristezza, irritabilità e insonnia (tutti sintomi legati al calo degli estrogeni).
I sintomi a medio termine riguardano la distrofia delle mucose dell'apparato genitale e urinario con conseguente secchezza vaginale, a volte incontinenza, calo della libido.
Più tardi ancora, in genere dopo qualche anno, compare l'osteopenia e poi l'osteoporosi. Molto spesso subentrano variazioni metaboliche con tendenza all'aumento del colesterolo, della glicemia (specie nelle donne geneticamente predisposte), un aumento del rischio cardiovascolare e una tendenza all'aumento di peso.
Solitamente sono proprio le vampate di calore il motivo principale per il quale le donne si rivolgono al ginecologo".
"Si entra in menopausa un anno dopo l'ultima mestruazione. La fase che la precede viene indicata con il termine di climaterio e fa riferimento, più esattamente, al periodo di transizione contraddistinto da irregolarità mestruali. Si tratta di una fase che, in media, può durare uno o due anni".
"La menopausa fisiologica avviene attorno ai 50 anni. Quando si è al di sotto dei 40 anni, si parla di menopausa precoce".
"Sono poche, purtroppo, le donne che accettano questa fase assolutamente fisiologica e che la vivono con consapevolezza. Molte, invece, la vivono con rassegnazione come se si trattasse di un castigo, una punizione e, per molte altre, menopausa è anche sinonimo di perdita di femminilità. Niente di più sbagliato. La menopausa è un passaggio naturale che va affrontato non solo dal punto di vista strettamente ginecologico ma in un'ottica di più ampio respiro".
"Le donne vanno ascoltate sempre e, invece, quella che dovrebbe essere la regola diventa un'eccezione. Ho conosciuto e visitato tante donne che non ne avevano mai parlato con il proprio medico di famiglia che, in molti casi, è il solo punto di riferimento. Spesso, addirittura, non erano nemmeno state indirizzate a sottoporsi agli esami di routine. Al contrario, ritengo che questo tipo di supporto sia fondamentale ed è questo il nostro compito".
"È importantissimo. L'umore è un aspetto che non va mai tralasciato quando si parla di menopausa perché le donne attorno ai 50 anni si trovano a vivere situazioni familiari in cui avvengono cambiamenti evidenti come, ad esempio, la crescita dei figli che in alcuni casi possono lasciare l'abitazione della famiglia per andare a studiare o a lavorare altrove. È evidente, quindi, che le donne si trovano in una condizione di fragilità sul piano emotivo che spesso sfugge persino al medico".
"Innanzitutto, affrontare la menopausa sin da subito senza avere timore. Nella prima fase può essere sufficiente usare integratori vari in grado di migliorare la qualità della vita. Con il passare degli anni, invece, diventa più difficile riuscire a recuperare proprio perché si parte in ritardo.
In secondo luogo, mai rassegnarsi: è necessario che le donne capiscano che la menopausa non è la fine di tutto, non è una condanna, una pena o un supplizio divino. È semplicemente una fase naturale della vita di ognuna di noi che può anche essere un'occasione per riscoprire se stesse con consapevolezza e maturità.
Quello che, forse, è il miglior consiglio è appunto riprendere in mano la propria vita. Sotto questo aspetto, è molto importante aumentare l'attività fisica, quella più gradita, in maniera regolare durante la settimana anche se in precedenza non si è mai fatta, ridurre l'apporto alimentare ed, eventualmente, sospendere il fumo. Non va dimenticato che l'attività fisica ha effetti sul metabolismo e sull'umore, di conseguenza è fondamentale per raggiungere il giusto equilibrio psicofisico".
"In via generale, se non ci sono patologie, è consigliabile un controllo metabolico regolare, il pap-test ogni due o tre anni, poi ecografie annuali per tenere sotto controllo utero e ovaie. Da non dimenticare la regolare mammografia e la densitometria ossea.
"Sì, ma vanno valutati caso per caso, a seconda della situazione di ogni donna. Ed è per questo che torno a sottolineare l'estrema importanza della fase di ascolto delle donne: il ginecologo ha il dovere di ascoltare le paure, le ansie e i falsi convincimenti per spiegare in maniera chiara e leale cos'è la menopausa che certamente non significa terapia ormonale o effetti collaterali. Le terapie vanno da quelle ormonali sostitutive vere e proprie (valuterà lo specialista insieme con la donna gli eventuali vantaggi e svantaggi) a vari integratori che funzionano molto bene.
Ovviamente la terapia va sempre personalizzata. Il concetto principale è, in sintesi, che in questa fase della vita della donna non dobbiamo "curarla" ma dobbiamo, soprattutto, "prenderci cura di lei".
a cura di Comunicazione Sanitaria